La certezza di un nuovo inizio PASQUA 2020

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Quela Vecchietta ceca, che incontrai
la notte che me persi in mezzo ar bosco,
me disse: – Se la strada nu’ la sai,
ti ciaccompagno io, ché la conosco.

Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò una voce
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima dove c’è la Croce… –

Io risposi: – Sarà… ma trovo strano
Che me possa guidà chi nun ce vede… –
La Ceca, allora, me pijò la mano
e sospirò: – Cammina! – Era la fede.   
(La Fede – Trilussa)

Per camminare nella notte, verso la Croce, là in fondo dove c’è un cipresso, per celebrare la Pasqua del Signore sapendo che il nostro brancolare ci rende, almeno per il momento, lontani dal trionfo del bene e dalla vittoria della vita, chiediamo l’aiuto di questa vecchina cieca che è la fede. Per sapere dove stiamo andando, allungando lo sguardo per intravvedere la strada, per vincere lo smarrimento di chi si trova sperso nel bosco di una realtà che ci appare ostile e intricata, chiediamo d’essere presi per mano da quella vecchina cieca che è la fede. Questa Pasqua, la festa della comunità, quella che sempre ci raduna attorno allo stesso altare, la vivremo insieme idealmente nella fede della Chiesa, in comunione ma ciascuno nella propria famiglia.

Sentiamo bruciante l’obiezione che s’affaccia nel nostro cuore, … ma è cieca! Troviamo strano cercare sostanza alla fatica del presente proprio a chi apparentemente sembra non vedere. Il sentirci privati dell’affetto di tante persone che non ci sono più (compreso don Pino che insieme a tanti dei suoi coetanei ci ha lasciato silenziosamente e senza rumore), la paura che alla sera ritarda il nostro sonno, la preoccupazione per il futuro dei nostri bambini, l’ansia per il lavoro che ci sarà dopo e per quello che non ci sarà, l’attesa estenuante di una normalità che tarda a venire, … tutto sembra scoraggiarci. È vecchia, è cieca!

Eppure, la Pasqua arriva e se nella prossima settimana autentica allungheremo la mano e ci lasceremo condurre, attratti dal ricordo di ciò che le persone a cui vogliamo bene ci hanno insegnato a fare fin da piccoli, forse sfiancati dalla stanchezza del non sapere che fare, oppure animati dalla certezza che altra speranza non ci è data o condotti dalla tradizione dei nostri padri e da quel fatidico “si è sempre fatto così!”, ….. quella vecchietta ci accompagnerà a sperimentare:

  • L’ebrezza di una comunione e di un amore inaspettato che nel pane spezzato del Giovedì Santo sazia tutta la nostra fame e la grazia del sentirci Chiesa e comunità del Dio Vivente.
  • Lo strazio e la paura della Croce, eppure così piena d’amore, che lenisce tutta la nostra tentazione di fuga e dona una forza nello “stare”, offerto per amore e gravido del senso del Venerdì Santo.
  • La gravità del silenzio che sembra non aver fine, e zittisce ogni commento sciocco e ogni presunzione altezzosa nel Sabato Santo del Sepolcro dove tutto tace …. anche Dio.
  • L’orizzonte di un grido di speranza che apre il cuore, squarcia la notte e ci fa alzare lo sguardo a riconoscere il Risorto, come principio della Vita. È la Pasqua del Signore … la certezza di un nuovo inizio che generosamente Dio rinnova per tutti.

Niente ci può rubare un dono così, perché di questa opportunità abbiamo disperatamente bisogno, ne hanno bisogno i nostri ragazzi, i nostri giovani, i nostri anziani e noi tutti. Sentiamo risuonare come un eco lontano nel nostro cuore: “Cammina” … è l’appello alla fede, a lasciarci condurre e lasciarci prendere per mano. La Sua Pasqua il Signore l’ha preparata per tutti, oggi più che mai come offerta di Vita e di Speranza.

Buona Pasqua

don Angelo, don Giovanni, don Luca, don Aldo  

Suor Florence, Suor Mary, Suor Evaline

pasqua2016